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Dal 1994 a Bergamo, in via Borgo Palazzo 130

Narrativa

1.   SUMAYA ABDEL QADER   “Porto il velo, adoro i Queen” Ed. Sonzogno

Sulinda, 30 anni, nata a Perugia, sposata e con due figlie, vive a Milano dove studia lingue all’università per diventare interprete. Come tutte le donne della sua generazione affronta la vita con non poche difficoltà. Con una piccola differenza: è musulmana e porta il velo, e tanto basta perché la si consideri diversa. Ma chi è Sulinda? Italiana o araba? Moderna o tradizionalista? Diversa o normale? Occidentale oppure orientale?

2.   IGIABA SCEGO   “Oltre Babilonia” Ed. Donzelli

“Mamma mi parla nella nostra lingua madre. Spumosa, scostante, arida. Nella sua bocca il somalo diventa miele. Ma io, come la parlo questa nostra lingua madre? Io, Zuhra figlia di Maryam, incespico nel mio alfabeto confuso. Le mie parole puzzano di strade asfaltate, cemento e periferia. Però mi sforzo lo stesso di parlare con lei quella lingua che ci unisce. In somalo ho trovato il conforto del suo utero, in somalo ho fatto i primi sogni. Ma poi, in ogni discorso, parola, sospiro, fa capolino l’altra madre. L’italiano-aceto dei mercati rionali, l’italiano-dolce della radio, l’italiano-serio dell’università. L’italiano che scrivo.”

3.   RANDA JARRAR   “La collezionista di storie” Ed. Piemme

È la vicenda di Nidali, un’audace ragazzina musulmana che cresce divisa tra Kuwait, Egitto e Stati Uniti. È un romanzo tenero e profondo che traccia il ritratto della società araba prima della recente ondata di fondamentalismo. La storia quotidiana di una famiglia e di una ragazzina cresciuta in un mondo tradizionalista e impenetrabile ai più, ma che dentro di sé prova le stesse emozioni e i turbamenti di tutte le altre.

4.   CHIMAMANDA NGOZI ADICHIE   “Metà di un sole giallo” Ed. Einaudi

Nei primi anni Sessanta del Novecento, nella fetta di territorio igbo del sudest nigeriano che per breve tempo andrà sotto il nome di Biafra, già si agitano i fermenti secessionisti e di lì a poco la distanza pur siderale fra un salotto borghese di Nsukka e un umile villaggio del bush sarà spazzata via da uno dei conflitti più devastanti che l’Africa ricordi, che, confondendo le demarcazioni sociali ed economiche, inciderà il confine fra la vita e la morte lungo nuove linee etniche. Non conteranno più i beni e i saperi di un tempo, conterà essere hausa e non igbo, avere fattezza che consentono di sfuggire alla persecuzione, trovare cibo a sufficienza per strappare i propri figli alla morte.

5.   MALIKA MOKEDDEM  “Gente in cammino” Ed. Giunti

In un villaggio sull’orlo meridionale del deserto algerino si è fermata Zohra, la nomade Tuareg che il destino ha costretto a farsi sedentaria: per evadere dall’immobilità, Zohra ricorre alle doti di narratrice e cerca di riportare nella vita quotidiana tracce di fiaba e di magia, di ricordare le tradizioni e i racconti della sua “gente in cammino”.

Da quello stesso villaggio, dalla duna sull’orlo del deserto partirà la nipote della vecchia Zohra, Leyla, che fin da bambina ha sognato di evadere dai confini del mondo patriarcale in cui è nata. Mentre la resistenza algerina lotta contro il colonialismo francese, Leyla conduce la sua battaglia personale per studiare, per viaggiare, per amare secondo la propria vocazione, trasformando la realtà in miraggio di libertà che la nonna le ha lasciato in dono.

6.   RACHID BOUDJEDRA  “La pioggia” Ed. EL

La pioggia che cade incessantemente accompagna la confessione, notturna e intima, di una giovane donna araba. La protagonista rievoca immagini e personaggi del proprio passato, stravolti da mille ossessioni e paure, con un linguaggio duro, scarno, spezzettato e allo stesso tempo palpitante e velato di poesia.

7.   ABDELKÈBIR KHATIBI   “Amore bilingue” Ed. EL

Il personaggio principale di questo romanzo non è in realtà l’io narrante né il narratore – che finiscono per confondersi – e neppure la donna straniera, bensì la lingua, una lingua demiurgica e divorante.

La “bi-lingua” esprime la fusione di due anime, la passione di due esseri, l’unione di una coppia mista.

Il romanzo mette in scena e attualizza il dilemma essenziale del bilinguismo, con cui gli scrittori magrebini si confrontano da dopo la conquista delle indipendenze; eppure è anche una straziante e incantevole storia d’amore uomo/donna, una vicenda di incontro ed estasi che s’infrange e scivola in un muto (e però narrato) dramma di rottura, perdita, lutto e, infine, morte e rinascita.

8.   ZANA MUHSEN   “Vendute” Ed. Oscar Mondadori

A sedici anni è partita felice per lo Yemen, il paese di suo padre, sognando il sole, le palme e altre esotiche meraviglie. Per Zana Muhsen avrebbe dovuto essere una meravigliosa vacanza. Invece è stato un lunghissimo incubo. Perché Zana è stata comperata per diventare la moglie di un ragazzo yemenita, per vivere quasi come una schiava nel più sperduto dei villaggi. Un orribile destino che Zana condivide con sua sorella Nadia. Questa è la cronaca allucinante di otto anni di sofferenze, di odio, di disperazione. È la storia della ribellione di Zana e della rassegnazione di Nadia. Una testimonianza sconvolgente che commuove e fa riflettere. Una tragedia dei nostri giorni, forse meno rara di quanto possiamo immaginare.

9.   NURRIDIN FARAH   “Latte agrodolce” Ed. El

È un romanzo somalo e uno splendido esempio di narrazione contemporanea che inscena le vicende della Somalia degli anni Settanta nell’ombra cupa della dittatura di Siad Barre.

Soyaan e il gemello Loyaan peregrinano nel labirinto di Mogadiscio alla ricerca di una realtà che sfugge all’occhio e all’orecchio, come una diceria, un miraggio, un sogno. Nell’arco delle sette giornate del romanzo vita e morte si inseguono attraverso cerimonie di crudeltà e pietà.

10.    DAVE EGGERS   “Erano solo ragazzi in cammino” Ed. Mondadori

Il romanzo racconta la storia della guerra civile in Sudan attraverso gli occhi di Valentino Achak Deng, un giovanissimo profugo che ora vive negli Stati Uniti. Seguiamo così la sua storia mentre, ancora bambino, si trova costretto a fuggire dal suo villaggio, dopo l’ennesima strage, e si incammina insieme a migliaia di altri orfani alla volta dell’Etiopia, dove per un po’ sarà al sicuro. Le traversie di Valentino lo portano in contatto con soldati governativi, miliziani allo stato brado, ribelli, mine antiuomo, iene, leoni, malattie, fame, sete e privazioni di ogni sorta. Alla fine Valentino arriverà sano e salvo in Kenia e da lì giungerà negli USA, luogo da cui racconta la sua vicenda.

11.    NAGIB MAHFUZ   “Il ladro e i cani” Ed. Feltrinelli

Il romanzo ha per protagonista un ladro appena uscito di prigione, Maharan, che, deciso di vendicarsi di chi ha causato il suo arresto e si è approfittato dei suoi beni, tenta di farsi giustizia da sé e finisce con l’uccidere non i suoi traditori ma due innocenti. La vicenda si muove a diversi livelli passando spesso dal quotidiano al sociale, al metafisico.

12.     NAGIB MAHFUZ   “Il nostro quartiere” Ed. Feltrinelli

Le cronache di un quartiere raccontate attraverso la quotidianità dei suoi abitanti: la realtà e le fantasie di un mondo in cui si compenetrano gli arcani della tradizione orientale e il sottile fascino della civiltà europea. Il protagonista delle settantotto sequenze in cui si ordina il romanzo, un io infantile che si trova ad affrontare gli accadimenti dell’esistenza umana sempre dibattuto tra dato fisico e ipotesi metafisica, diventa così il cantore di gioie, passioni, ansie, soprusi, paure e disperazioni che consentono all’umanità che popola il dedalo di viuzze dalla narrazione di trasformare quel microcosmo nell’effige dell’universo.

13.    NAGIB MAHFUZ   “Vicolo del mortaio” Ed. Feltrinelli

È la descrizione, lievemente ironica e distaccata, della vita quotidiana che si svolge in un vicolo del Cairo, durante la seconda guerra mondiale.

14.    NADINE GORDIMER   “Luglio” Ed. Feltrinelli

Sudafrica. In un ipotetico futuro scoppiano disordini di tale entità da costringere i bianchi alla fuga. Bam e Maureen Smales con i loro tre figli, alla disperata ricerca di una via di fuga, accettano il suggerimento dl loro servitore nero, Luglio, e si rifugiano nel suo villaggio. Separati all’improvviso da tutto ciò cui erano abituati, capovolti integralmente i rapporti di forza, per cu sono gli Smales a dipendere integralmente da Luglio, si vedono costretti a prendere di nuovo le misure del mondo, a rapportarsi in modo completamente inaspettato con se stessi e con gli altri.

15.    NADINE GORDIMER   “Storia di mio figlio” Ed. Feltrinelli

Uno studente, marinando la scuola, s’imbatte nel proprio padre, verso il quale nutre un grande rispetto, mentre sta uscendo da un cinema con una donna. Un contrattempo comune: ma suo padre non è un uomo comune e la famiglia minacciata dalla relazione non è una famiglia comune. Questa è una storia appassionata: l’amore tra un uomo e due donne, tra padre e figlio, tra una famiglia e qualcosa di ancora più esigente: l’amore per la libertà. È un dramma profondamente intimo di conflitti personali negli eventi rivoluzionari che, a caro prezzo per persone come queste, hanno determinato cambiamenti in Sudafrica.

16.    NADINE GORDIMER   “Il salto” Ed. Felrinelli

Scritti nella seconda metà degli anni Ottanta, i racconti qui presentati sono di ambientazione prevalentemente africana. Attraverso di essi la scrittrice affronta tutti i temi a lei particolarmente cari: la politica, l’amore, il futuro, non solo di un paese tanto travagliato come il Sudafrica, ma di un intero continente.

17.    NADINE GORDIMER   “Occasione d’amore” Ed. Feltrinelli

Attorno alla coppia formata da Tom e Jessie, tipici rappresentanti della borghesia anglosassone di Johannesburg, si intrecciano vicende che non possono prescindere dal mondo della segregazione razziale.

18.    NADINE GORDIMER   “La figlia di Burger” Ed. Feltrinelli

Ambientata nel clima di feroce lotta politica del Sudafrica degli anni Settanta, la storia, ispirata alla vicenda di un famoso avvocato afrikaner costretto alla clandestinità per il suo impegno contro l’apartheid, segue la lenta maturazione politica ed esistenziale di una donna, Rosa Burger. La morte del padre Lionel – da sempre in lotta per la libertà dei neri- la trasforma definitivamente nella “figlia di Burger”. Attraverso la presa di coscienza di questa nuova identità, Rosa sarà costretta non solo a fare i conti con la vita privata, ma anche a modificare il rapporto con il suo paese. Messo al bando poco dopo la pubblicazione e riabilitato in seguito con la vittoria di un prestigioso premio letterario sudafricano,La figlia di Bruger resta forse uno dei più famosi libri della scrittrice.

19.    TAHAR BEN JELLOUN   “Moha il folle, Moha il saggio” Ed. Feltrinelli

Un dolce ma invincibile folletto mediterraneo sa dire con parole che non hanno ancora patito l’usura dei luoghi comuni, degli slogan urlati al megafono, la rivolta contro la colonizzazione, ed il suo sottile furore contro ogni tipo di violenza alienante, che va dalla confisca dei corpi e delle opinioni, allo strappo da una civiltà secolare per un’acculturazione “selvaggia” detta progressista.

Moha il folle, Moha il saggio, il protagonista di questo romanzo vive in un linguaggio sempre alla soglia del canto eppure sferzante come un pamphlet, nella parola che mantiene il ritmo incalzante di un respiro teso allo spasimo; colloquia con se stesso, ricorda, profetizza, si commuove, si indigna. Tutta una folla passa e cangia intorno a lui e i suoi interlocutori sono indifferentemente marginali o veggenti come lui, e anche i suoi avversari di classe.

20.    TAHAR BEL JELLOUN   “Lo scrivano” Ed. Einaudi

Questo libro è un lungo racconto autobiografico all’interno del quale vengono riproposti ricordi tormentosi, digressioni fantastiche, frammenti di persone conosciute, sprazzi di memoria solitamente sepolti nell’oblio del tempo o dell’autocensura.

21.   TAHAR BEN JELLOUN   “Creature di sabbia” Ed. Einaudi

In un paese senza età, che è anche il Marocco di oggi, nasce dopo sette sorelle Mohamed Ahmed. Nasce femmina, ma per volere del padre, che non vuole disperdere l’asse ereditario, crescerà maschio a dispetto della fisiologia. Il romanzo è la storia di un’identità inventata, di una metamorfosi coatta, dei turbamenti, delle ossessioni, dei condizionamenti e dei paradossi che ne derivano: dal matrimonio con una cugina alla fuga, dalle avventure vere alle fantasie fantastiche.

22.    TAHAR BEM JELLOUN   “Notte fatale” Ed. Einaudi

È in un certo modo il seguito di “Creature di sabbia”. Scomparso il narratore ufficiale, i suoi ascoltatori più fedeli e interessati si succedono per proporre diverse ipotesi intorno alle trasformazioni della donna dopo la morte del padre. Ma la storia vera, quella che farà giustizia delle dubbie fantasticherie di quanti si sono avventurati nella vicenda della metamorfosi transessuale di Ahmed-Zahra per recuperare la sua identità femminile, la racconterà la stessa protagonista, che ricompare ormai vecchia sulla piazza dei cantastorie. Dopo la morte del padre, l’emancipazione della “creatura di sabbia e di vento” è rapida e tumultuosa.

23.   TAHAR BEN JELLOUN   “Ospitalità francese” Ed. Teoria

Uno scrittore arabo che vive in Francia. Un uomo colto che non ha rinnegato la propria terra: diviso nella sua identità tra il proprio Paese d’origine e quello che lo ospita. È a partire da questo sguardo “doppio” che Ben Jelloun racconta in questo libro aspro e duro che cosa è il razzismo di questi anni, come è cambiato il concetto di “ospitalità”, che rapporto c’è tra il razzismo “teorico” e quello dell’uomo della porta accanto. È un libro che parte dalla storia e dalla memoria e che tenta di spiegare come mai l’espressione “ospitalità francese” è divenuta quasi un ossimoro, quali sono le radici dell’involuzione che ha prodotto il più forte partito xenofobo europeo, il Fronte nazionale di Lean Marie Le Pen.

24.    TAHAR BEN JELLOUN   “Nadia” Ed. RCS libri

Questa è la storia di una donna, di una vita violentata che si riscatta attraverso l’emancipazione. È la storia di Nadia, una ragazza nata nella banlieu parigina da genitori algerini: una beur, un’immigrata della seconda generazione che non ha mai parlato la sua lingua d’origine.

25.    TAHAR BEN JELLOUN   “A occhi bassi” Ed. Einaudi

È la storia di Fatima che emigrata a Parigi lotta su due fronti: con la famiglia, con la comunità araba, con la memoria del villaggio lontano e con la nuova realtà straniera, metropolitana. A occhi bassi è il romanzo del distacco e della lontananza; il romanzo dell’emigrazione, dello sradicamento da una cultura, profonda, arcaica, religiosa, che mutila e separa, e il reinnesto in un’altra, laica, moderna, superficiale, che violenta, omologa e annienta ogni diversità.

26.    TAHAR BEN JELLOUN   “Giorno di silenzio a Tangeri” Ed. Einaudi

Confinato a Tangeri, un padre di famiglia, maestro di inettitudine in eterna lotta con se stesso e con gli altri, racconta la propria vita mentre insegue un miraggio e il suo sguardo è addolcito dai sogni.

27.    TAHAR BEN JELLOUN   “La preghiera dell’assente” Ed. EL

È la vicenda di due vagabondi responsabili di un bambino appena nato nel cimitero dove vivono e che intraprendono la traversata del Marocco e che vanno, di città in villaggio, verso la tomba del marabutto della loro memoria. È un viaggio all’interno del paese e di loro stessi.

28.    TAHAR BEN JELLOUN   “Il razzismo spiegato a mia figlia” Ed. Mondadori

Questo testo è stato scritto ricostruendo in dialogo nel quale lo scrittore ha avuto come interlocutrici tre ragazzine tra cui la figlia. Scopo del colloquio è quello di chiarire nel modo più semplice e lineare la profonda ingiustizia del razzismo e la necessità di vigilare perché non si possa affermare.

29.    TAHAR BEN JELLOUN   “L’estrema solitudine” Ed. Mondadori

In questo volume l’autore approfondisce i temi dell’immigrazione e dell’integrazione e raccoglie ed elabora i risultati di un anno di lavoro presso un centro parigino di consulenza psicologica e sociale per immigrati.

30.    DORIS LESSING   “Amare, ancora” Ed. Feltrinelli

A seguito del ritrovamento dei diari di Julie Vairon viene messa in scena una pièce che ha per protagonista la giovane. Nel corso dell’allestimento e durante le prove, la vita di tutti gli attori e organizzatori subisce profondi mutamenti. A cominciare dalla sessantacinquenne produttrice teatrale che si innamora di due uomini più giovani. Ma, si domanda Doris Lessing, è possibile, anche superata una certa età, amare ancora e innamorarsi di individui più giovani? Esiste un tempo in cui l’amore non ha più ragion d’essere?o siamo destinati a subire sempre le passioni che non conoscono età?

31.    DORIS LESSING   “Le nonne” Ed. Feltrinelli

Con i tre racconti di questa raccolta, Doris Lessing dimostra la sua maestria nel catturare la verità della condizione umana e nel dar corpo a personaggi forti e indimenticabili, accomunati dalla sensazione di precipitare nella vita e di esserne, al tempo stesso, ai margini.

32.    DORIS LESSING   “Il quinto figlio” Ed. Feltrinelli

“… Io mi sono chiesta: e se nel ventesimo secolo venisse al mondo un elfo, una creatura di un’altra epoca? Nella nostra società apparirebbe “cattivo”, portatore di male: ma in un contesto diverso non susciterebbe pregiudizi. Come reagiremmo se capitasse tra noi uno così? Noi siamo pigri, quando le cose sono un po’ problematiche le nascondiamo sotto il tappeto. Questo libro l’ho scritto due volte. La prima versione era meno cruda, poi mi sono detta: “cara mia, stai barando. Se succedesse davvero, sarebbe molto peggio di così”. E allora l’ho riscritto portandolo alle conseguenze estreme” Doris Lessing.

33.    DORIS LESSING   “L’altra donna” Ed. Feltrinelli

Al centro di ogni racconto si muove una donna, la quale, in ambienti e situazioni sempre diversi, ne diventa il punto focale. Sarà infatti una donna, dopo aver dovuto riconoscere la futilità del mondo maschile, a operare una scelta totalmente anticonformista e a stabilire una nuova imprevista complicità femminile. È sempre una donna a provare prima disagio e poi, quasi inconsapevolmente, una placida indifferenza di fronte a una situazione di “tranquilla” conflittualità razziale. Ed è infine una donna a diventare l’elemento di equilibrio tra padre e figlio, ugualmente abbagliati dal miraggio della ricchezza improvvisa.

34.    DORIS LESSING   “La brava terrorista” Ed. Feltrinelli

Alice Mellings è una giovane di origine borghese impegnata da anni in una militanza al di fuori dei partiti politici tradizionali, ed è l’animatrice di una comunità di occupanti abusivi che si sono insediati in una casa abbandonata. Ma all’interno del gruppo nascono tensioni verso azioni più clamorose e un impegno più definito all’interno di organizzazioni terroristiche. È la fine di una faticosa armonia. Ma perché questa donna aderisce alla lotta armata?

Aggiornata a maggio 2009

35.    RAFIK SCHAMI   “La voce della notte” Ed. Garzanti

Da molti anni il cocchiere Salim viaggia ogni giorno per le strade di Damasco. In nessun luogo si sanno raccontare storie come in quella città e Salim è indiscutibilmente il suo narratore più famoso. Ma una notte Salim perde la voce a causa di un misterioso incantesimo. Muto e inconsolabile, il vecchio cocchiere si rivolge ai suoi più grandi amici, sette compagni di narghilè e racconti notturni, perché lo aiutino a trovare il modo di spezzare l’incanto. Per sette notti, ognuno di loro gli dovrà fare un dono prezioso, e cosa c’è di più prezioso di una storia per un uomo come Salim? Notte dopo notte, i narratori di Damasco racconteranno di maghi e principesse, del contadino che vendette la sua voce al demonio, dell’emigrante nella lontana New York, del re bugiardo e della sua collezione di menzogne, fino all’ultima, insospettabile e decisiva storia.

36.    RAFIK SCHAMI   “Il lato oscuro dell’amore” Ed. Garzanti

La storia d’amore proibita tra Farid e Rana. La saga di due famiglie divise dalla legge dei clan e da una faida sanguinosa. Un affresco storico che ripercorre le tormentate vicende del Medio Oriente, dalla fine dell’impero ottomano ai giorni nostri, tra guerre e rivolte, trame segrete e feroci dittature. La biografia di un popolo, quello siriano, incessantemente tormentato. Il ritratto di una città misteriosa e affascinante, Damasco.

37.    RAFIK SCHAMI   “L’amante di Damasco” Ed. Garzanti

Damasco 1957. Nura la moglie di un calligrafo scappa con il suo giovane amante, Salman. Il loro è un amore impossibile e pericoloso. Non solo perché lei è sposata, ma soprattutto perché a dividerli è la religione: lei è musulmana, lui è cristiano. Eppure non sarà questo a fermarli. Non sarà questo ad impedirle di ottenere quello che Nura desidera da anni: la libertà.

38.    AMITAV GHOSH   “Lo schiavo del manoscritto” Ed. Biblioteca Neri Pozza

Nell’estate del 1148 d.C. un marcante palestinese scrive una lettera ad un amico ebreo che vive in un’altra città. Nonostante nel suo paese siano in corso avvenimenti importanti, nella lettera parla solo di alcune merci e di alcuni dono che gli manderà. Alla fine della missiva nomina quasi di sfuggita uno schiavo indiano dell’amico al quale raccomanda di porgere “moltissimi ringraziamenti”.

La lettera è catalogata come manoscritto e conservata alla Biblioteca Nazionale e Universitaria di Gerusalemme.

Attraverso i sottili fili che separano il presente dal passato, con in mano soltanto il frammento di questa lettera, l’autore si mette alla ricerca dello schiavo indiano che vi è nominato, una figura che gli appare come una chiave per intendere e raccontare una Storia fatta di tante storie, diaspore e guerre, tradizioni e incontri, rotture e separazioni.

39.    ANTHONY FLACCO   “La danzatrice bambina” Ed. Piemme Bestseller

È una piccola storia vera, che ha il volto di una bambina. Zubaida vive nel deserto dell’Afghanistan, in un villaggio che la guerra non ha ancora travolto. Cammina danzando, al ritmo di una musica che le suona dentro. Ma un giorno un terribile incidente le ustiona le mani, il viso, il corpo. Da allora la musica si spegne. In un paese privo della più elementare assistenza sanitaria e in cui la vita di una figlia femmina vale ben poco, non sembra una fortuna che la bambina sia sopravvissuta. Ma non per suo padre disposto a tutto pur di non arrendersi. Cammina fino ai campi militari americani, con le loro regole incomprensibili. Fino a oltrepassare la linea di demarcazione tra due culture, tra “loro” e “gli altri”. Perché Zubaida possa tornare a danzare al ritmo della sua musica.

40.    MALIKA BELLARIBI   “La bambina con i sandali bianchi” Ed. Piemme

Malika è la settima di nove figli di genitori algerini emigrati in Francia e residenti nella bidonville di Nanterre. Malika impara presto a fare tutto in silenzio, a non dare fastidio. Il calore di un abbraccio, la dolcezza di una ninnananna non sa cosa siano. Ma al quarto compleanno, la mamma fa qualcosa di inaspettato: le regala un paio di sandaletti bianchi. Ed è per catturare un raggio di sole da far brillare sulle scarpe nuove che la bambina si allontana dal negozio ed esce in strada. Ed ha un incidente. È l’inizio di un’odissea, tra ospedali, operazioni, il rancore della mamma e della famiglia. Ma è anche la scoperta di un mondo nuovo, fatto di medici e di persone amorevoli che si occupano di lei e le regalano affetto. Poi sarà l’incontro con la musica e il canto a offrirle una via di uscita inattesa. E una nuova speranza.

41.    RITA EL KHAYAT   “Cittadine del Mediterraneo” Ed. Castelvecchi

Un viaggio nel tempo e nei luoghi del Maghreb, dal passato delle “madri, figlie, sorelle” al presente delle immigrate nelle metropoli d’occidente. Con un profondo gesto d’amore nei confronti del suo Paese e delle donne che lo abitano, l’autrice rintraccia le radici materiali di una cultura antichissima: il “sontuoso Marocco delle donne” viene raccontato in tutta la sua femminile potenza e raffinatezza. Un mondo, d’altro canto, di spose bambine, privato della parola scritta, così come di alcuni dei più elementari diritti civili. Un mondo giunto immutato nei secoli quasi alle soglie del terzo millennio, che poi ha affrontato nel giro di pochi decenni cambiamenti epocali.

42.    RANDA JARRAR   “La collezionista di storie” Ed. Piemme

Nidali è palestinese, egiziana e greca. È nata in America e cresciuta in Kuwait. Conosce a memoria il Corano, ma non porta il velo.

Ambientato tra gli Stati Uniti e i paesi più caldi del Medio Oriente, un romanzo tenero e profondo che traccia il ritratto della società araba prima della recente ondata di fondamentalismo. La storia quotidiana di una famiglia e di una ragazza cresciuta in un mondo tradizionalista e impenetrabile ai più, ma che dentro di sé prova le stesse emozioni e turbamenti di tutte le altre.

43.    FATEMA MERNISSI   “La terrazza proibita. Vita nell’harem” Ed. Giunti

L’harem di Fez dove la piccola Fatema cresce è un’ampia casa ricca di cortili fioriti e fontane, di stanze ovattate da tendaggi e tappeti, dove convivono le famiglie di due fratelli insieme a molte donne con loro imparentate e ai servitori. Ma è anche un luogo dove le donne dono sottomesse a precise regole imposte dagli uomini, prima fra tutte quella di non varcare i “sacri confini” delle mura domestiche. La terrazza più alta della casa diventa così un luogo proibito, a raggiungere in segreto e a rischio di severe punizioni, un luogo dove le donne fantasticano evasioni, si lanciano messaggi con le vicine, praticano rituali magici, parlano di argomenti a loro interdetti nei tradizionali spazi familiari.

44.   CHITRA BANERJEE DIVAKARUNI   “La maga delle spezie” Ed. Einaudi

Questo romanzo è la storia di Tilo, la maga delle spezie: dallo sperduto villaggio dove la rapiscono i pirati, fino in California, in una bottega a Oakland dove la magia delle spezie le permette di aiutare chi si è lasciato l’India alle spalle.

45.    HERNAN HUARACHE MAMANI   “La profezia della curandera” Ed. Piemme Bestseller

(Questo romanzo è scritto da un indio quechua nato in un villaggio delle Ande. Dopo aver studiato, essersi laureato e aver lavorato in una città del Perù, in seguito a una grave malattia è tornato al suo villaggio dove ha riscoperto le sue origini e ha cambiato vita. Oggi è un curandero, ultimo erede di un’antica generazione di curanderos andini.)

Kantu è giovane, bella, piena di interessi e di entusiasmo. Vive a Cuzco, splendida città del Perù, un tempo capitale del regno Inca. Le sue giornate trascorrono tra lo studio, gli amici, le feste. Non conosce nulla delle antiche tradizioni andine, della scienza della Pachamama, degli insegnamenti dei curanderos. Non le interessano. Un giorno però, un fatto inatteso la costringe a confrontarsi con una realtà a lei incomprensibile. Superato il rifiuto e la paura che nuovi orizzonti talvolta suscitano, Kantu accetta di incontrare un curandero, inizia a confrontarsi con una conoscenza antica e profonda e intraprende un cammino che la porterà a riscoprire l’energia che è in lei.

46.    HERNAN HUARACHE MAMANI   “Negli occhi dello sciamano” Ed. Piemme Bestseller

Herman Mamani è un uomo che, nato in un piccolo villaggio andino, ha ceduto alle lusinghe della civiltà occidentale. Ma dopo anni trascorsi a Lima e aver realizzato in parte i suoi sogni di ragazzo, il suo corpo si ribella. Fiaccato da una grave malattia, decide di fare ritorno al suo paese, tra quegli indios che sono la sua gente. Ed è qui che, grazie alle sapienti cure del padre, recupera la salute. Ma la sua ripresa non è solo fisica. Perché grazie a una conoscenza antica che credeva perduta, eredità delle antiche tradizioni sciamaniche, riscopre il potere dei sogni, l’importanza di saper ascoltare il proprio cuore più che la mente e il rispetto per la natura.

47.    SIBA SHAKIB   “La bambina che non esisteva” Ed. Piemme Bestseller

Aveva pregato con tutte le forze che fosse un bambino. Suo marito non avrebbe potuto sopportare l’affronto di una femmina. Daria lo sapeva bene, e sapeva anche quale terribile punizione poteva essere inflitta alle donne che non erano in grado di partorire un primogenito maschio. Eppure aveva fallito. Era nata Samira, una bambina. Il marito era sconcertato. E così aveva deciso: la bambina sarebbe cresciuta come un maschio. Sarà Samir.

Sulle montagne afgane Samir impara a cacciare, ed andare a cavallo, a sparare. A credere ciecamente in suo padre. E quando il comandante viene ucciso in un combattimento, gli uomini del villaggio non hanno dubbi: anche se non è che un ragazzino, Samir dovrà diventare la loro guida.

Ma quando la natura giungerà a reclamare ciò che le spetta, l’artificio così a lungo alimentato inizierà a vacillare. Sarà allora che Samira inizierà la sua lotta per rimpossessarsi della propria vita e del proprio destino.

48.    LOUNG UNG   “Il lungo nastro rosso” Ed. Piemme

Loung ha solo dieci anni quando, al termine di un’estenuante odissea, arriva negli Stati Uniti, fuggita dalla criminale follia dei Khmer Rossi. Ha mille nuovi significati la libertà, anche una ciotola piena di nastri per i capelli, tanti, colorati.

La sorella Chou è però rimasta in Cambogia. Il distacco è stato lacerante. Per anni le due sorelle vivono vite parallele. Una alle prese con una nuova patria, l’altra in Cambogia, ad affrontare la povertà e la promessa di un domani migliore che non arriva mai.

Quindici anni dopo Loung torna a casa. Dall’incontro di due solitudini nasce una memoria intensa e il racconto di una delle grandi follie del nostro tempo.

49.    SARA YALDA   “Il paese delle stelle nascoste” Ed. Piemme Bestseller

Per tutta la vita, Sara non h fatto che fuggire, dalla sua infanzia, dal suo paese, da suo padre. È arrivata persino a cambiarsi il nome. Sara. Due sillabe per cancellare il suono dissonante di Afsaneh. Ha giocato a essere qualcun altro, per integrarsi ed essere accettata. Ma a forza di conformarsi, un giorno ha compreso di non sapere più chi era. Per questo, dopo ventisette anni, decide di tornare in Iran. Straniera nel suo paese, Sara cerca di decifrare l’Irane, intanto, va alla ricerca del suo passato. Un padre che sperava di aver dimenticato, un fratello di cui conosce a malapena il volto, la casa dell’infanzia trasformata n una scuola cranica.

La ricerca delle sue origini si trasforma in una nuova nascita.

50.   JUNG CHANG   “Cigni selvatici. Tre figlie della Cina.” Ed. TEA

La storia di “tre figlie della Cina” – l’autrice, sua madre, sua nonna – le cui vite e le cui sorti riso un tumultuoso secolo di vita cinese; un’epoca di rivoluzioni, di tragedie e di speranze. È una storia  di donne. La loro storia NEL comunismo, fatta di impegno politico, ma anche di figli, di far da mangiare, della necessità di conciliare la vita con i rigori del comunismo prima e delle sue follie poi.

51.   NAFISA HAJI   “La bambina ribelle” Ed. Garzanti

Saira, giovane pachistana nata in America, fin da piccola ha sempre rifiutato con forza la tradizione musulmana. Sono passati anni da allora, anni in cui Saira ha lottato per conquistare l’indipendenza. Ma quando una tragedia colpisce inaspettatamente la sua famiglia, Saira capisce di non avere alternative: deve tornare alle sue radici, ripercorrere la strada del passato e trovare la forza di guardare negli occhi coloro che sono venuti prima di lei.

5 2.   PRIYA BASIL   “Profumo di spezie proibite” Ed. Piemme

Quando è partita dall’India, Sarna si è portata appresso una montagna di spezie, utensili e manghi (la sua passione proibita). Insieme a queste cose porta con sé un pesante carico di ricordi per via di un amore sbagliato che aveva rischiato di disonorare lei e la sua famiglia. Ma anche Karam, il suo neo sposo, ha qualcosa da nascondere: un episodio umiliante rimasto sepolto nel caos della separazione tra India e Pakistan. Divisi dai segreti ma uniti dal desiderio di fuga, i due lasciano l’India per ripartire da zero, diventando compagni di un turbolento viaggio lungo una vita. Destinazione finale: l’Inghilterra.

53.   MARIE FADEL, RAFIK SCHAMI   “La città che profuma di coriandolo e di cannella” Ed. Garzanti

Questo libro nasce da una telefonata e da una promessa tra fratello e sorella. Rafik Schami ormai da anni è stato esiliato dalla Siria per motivi politici e la sua idea di scrivere un libro in onore della  cucina della sua città sembrava destinata a non realizzarsi mai. Almeno finché sua sorella non si è offerta di aiutarlo. Così Maire raccoglie le ricette e le detta per telefono, accompagnando suo fratello, ma anche i lettori, alla scoperta di un universo affascinante e profumato. Un libro che è insieme una raccolta di microcosmi familiari, un ricettario e una guida di Damasco.

54.   LUBNA AHMAD AL-HUSSEIN   “Quaranta frustate. La mia ribellione alla legge degli uomini” Ed. Piemme

È un giorno di luglio quando Lubna, una giovane giornalista di Khartoum, viene arrestata dalla polizia in un ristorante. Il suo crimine è aver osato portare i pantaloni, un atto che in Sudan, terra della sharia, è considerato oltraggio alla “moralità pubblica”e come tale va punito con quaranta frustate. Lubna e altre quindici donne, colpevoli dello stesso reato, vengono caricate su una camionetta, picchiate, portate in prigione. È un castigo che ogni anno viene inflitto a migliaia di donne che subiscono in silenzio. Per vergogna. Ma Lubna non ha nessuna intenzione di tacere. Non ha paura di sfidare apertamente l’assurda legge degli uomini.

55.   ATIQ RAHIMI   “Pietra di pazienza” Ed. Einaudi

Una donna velata siede al capezzale del marito ferito e privo di conoscenza. Accorda il suo respiro su quello dell’uomo, e per la prima volta gli parla. Frammenti di tenerezza, piccoli sogni, illusioni. Poi, a poco a poco, in un fiume liberatorio, tutta la vita le esce di bocca. Pronuncia parole proibite, parole ribelli. Condanna gli uomini e  le loro guerre, il fanatismo del soldati di Allah e la violenza. Osa parlare di religione, di amore e dei piaceri del corpo. Svela piccoli segreti e grandi colpe. Una voce che affiora da secoli di sottomissione e di sofferenza. Incanta, prega, grida. Ritrova se stessa. Ed è, infine, liberata.

56.   SUSAN ABULHAWA   “Ogni mattina a Jenin” Ed. Feltrinelli

Questa è la storia di una famiglia araba lungo i sessant’anni del conflitto israelo-palestinese. Anche se racconta di tragici lutti e indicibili dolori, questa è una storia d’amore: l’amore tra un contadino e la sua terra; tra una madre e i suoi figli; tra un uomo e una donna; tra amici.

57.    PADMA VISWANATHAN   “La sposa bambina” Ed. Garzanti

India 1896. Sivakami ha solo 13 anni quando si sposa. Così hanno deciso i suoi genitori e lei non può fare niente per impedirlo. Da questo momento in poi nessuno si occuperà più di lei, ma sarà lei a prendersi cura degli altri, prima come moglie, poi, rimasta prematuramente vedova (la condizione sociale peggiore per la casta brahmanica di cui fa parte), come madre e poi nonna.

58.   MAGDA SZABO’   “La ballata di Iza” Ed. Einaudi

Alla morte del marito Vince, un vecchio magistrato, Etelka accetta la proposta della figlia di lasciare la cittadina di provincia dove ha trascorso gran parte della vita e di trasferirsi a Budapest.

Iza, una dottoressa molto attiva e stimata da pazienti e colleghi, organizza la vita della madre in ogni dettaglio, eliminato qualsiasi traccia del passato. Poco alla volta l’anziana donna si ritrova come pietrificata in una sorta di non-esistenza, sino a quando non decide di tornare nella cittadina per assistere alla posa di una lapide sulla tomba del marito.